Up, © 2009 Pete Docter/Bob Peterson/Pixar Animation Studios/Walt Disney Pictures
Film d'animazione, Oscar miglior film animato

Oscar 2010 all’uomo dei palloncini

L’Oscar 2010 è conteso fra cinque candidati, tutti, con le carte in regola per ottenere la vittoria (tre in particolare a detta di chi scrive). Di seguito la cinquina;

  • Pete Docter e Bob Peterson, Up (Id)
  • Henry Selick, Coraline e la porta magica (Coraline)
  • Wes Anderson, Fantastic Mr. Fox (Id)
  • Ron Clements e John Musker, La principessa e il ranocchio (The princess and the frog)
  • Tomm Moore e Nora Twomey, The Secret of Kells (Id)

Vince Up

L’Oscar lo vince Up; la storia del vecchio Carl Fredricksen che, ormai vedovo, parte verso le sudamericane Cascate Paradiso, a bordo della sua casa riadattata a mongolfiera, grazie a svariati palloncini. Ad accompagnarlo in questo viaggio, saranno il piccolo boy scout Russell, il cane Dug e lo “struzzo in technicolor” Kevin.

Al di là delle solite carte vincenti cui la Pixar ci ha abituato nei film precedenti, a quest’opera si aggiunge la durezza del dolore della morte di Ellie, moglie di Carl, a inizio film. A questo momento siamo accompagnati solo con la colonna sonora da Oscar di Michael Giacchino e dalle immagini; seguiamo, infatti, la vita di coppia degli sposi durante gli anni tra placida routine, momenti critici e il grande dolore di non poter avere figli pur desiderandoli tanto fino ad arrivare ai momenti della malattia di Ellie e alla sua morte (già questa sequenza valeva l’Oscar a tutto il film).

Il film Pixar è un film “maturo”; non dimentica che il pubblico principale sia composto di bambini e allora parla del dolore nella maniera più “dolce” possibile, senza scadere nel patetismo. Naturalmente non mancano le risate, già dal primo incontro tra i piccoli Carl ed Ellie, o nei vari scambi di battute fra Carl e Russell. Da ribadire: Oscar meritato.

Coraline e la porta magica

Per palati dai gusti più particolari c’è Coraline e la porta magica, se non avete ancora avuto l’occasione di vederlo, è proprio il caso di rimediare quanto prima. Questo film d’animazione vede la giovanissima Coraline scoprire, attraversando una porticina, un mondo parallelo in cui la sua famiglia e i suoi bizzarri vicini sono esattamente come lei desidera, tutto però cambia in peggio, via via che le viste a questa realtà altra continuano. Realizzato in stop motion, il film (trasposizione di un racconto di Neil Gaiman) può dirsi una rivisitazione estrema, cupa di Alice nel Paese delle Meraviglie. Consiglio vivamente ai detrattori del libro di Lewis Carroll (e delle svariate trasposizioni) di non fermarsi a questa interpretazione personale – nemmeno io sono un grande ammiratore dei viaggi della ragazzina inglese – e di lasciarsi trasportare da questa storia, che ha davvero molto per convincere a non limitarsi a una sola visione.

Fantastic Mr. Fox

Tratto dall’omonimo racconto di Roald Dahl, il primo film d’animazione del cineasta americano è in stop motion. Fantastic Mr. Fox e narra della vita della volpe F.F. Fox che, dopo una brillante carriera di ladro decide di abbandonare l’attività per dedicarsi alla famiglia. Il richiamo alle ruberie però e troppo forte e dodici “anni volpe” dopo (due anni per noi) il protagonista decide di compiere tre efferati colpi ai danni di tre uomini della zona: Boggins, Bunce e Bean. Le rapine hanno successo ma ciò porterà i tre uomini a un lungo assedio per stanare la volpe coinvolgendo tutti gli animali del prato in una lotta per la sopravvivenza. Anderson trasporta brillantemente la sua poetica nell’animazione, donandoci una storia che non si discosta particolarmente dalle tematiche dei suoi film in cui a farla da padrone sono calcolate simmetrie e colori ad alto tasso di saturazione.

La principessa e il ranocchio

Cosa accadrebbe se invece del proverbiale ranocchio che con un bacio si trasforma in principe, a tramutarsi in una rana fosse una principessa? Questo è il motore della vicenda de La principessa e il ranocchio della Disney.

È il 1912 e a New Orleans il principe Naveen è trasformato in ranocchio dal dottor Facilier; per tornare umano pensa di farsi baciare da una principessa, s’imbatte così in Tiana un’assennata ragazza che vuole aprire il suo ristorante, che il principe scambia per una principessa a causa del vestito che la ragazza indossava per una festa. Tiana bacia il ranocchio e finisce per diventare anche lei una rana. Per tornare entrambi umani i due devono recarsi da Mama Odie e capire come rompere la maledizione. La principessa e il ranocchio è un gradito ritorno ai film Disney “vecchia maniera”; personaggi ben tratteggiati e la giusta carica di buoni sentimenti, il tutto con la colonna sonora di Randy Newman che ci riporta i suoni e i colori della musica jazz di quegli anni.

The secret of Kells

In The secret of Kells, il dodicenne Brendan vive nell’abbazia di Kells dove è desideroso di completare il Libro di Kells (un evangeliario realmente esistente che è ora custodito al Trinity College di Dublino); per realizzare il suo sogno il giovane parte dall’abbazia e s’immerge in un mondo al lui sconosciuto fatto di spiriti buoni e cattivi. A complicare la missione del giovane saranno anche i vichinghi. In un racconto in cui realtà e leggenda si fondono alla perfezione seguiamo Brendan compiere vittoriosamente la sua missione, completare il libro e diventarne il custode. Il film di Moore è ben lontano dall’ormai canonico CGI ma forse è proprio qui la sua forza, ciò fa di questo lungometraggio un’opera assolutamente fuori dai canoni con cui ormai siamo abituati a confrontarci.

Il conto

L’82edizione degli Oscar vede la débâcle del Kolossal Avatar (Id) di James Cameron, pesantemente battuto da The Hurt Locker (Id) che conquista sia il premio per il miglior film sia quello per la miglior regia, assegnato a Kathryn Bigelow.

Anche per gli Oscar 2010 è tutto.

Ciao e al prossimo caffè,

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1 pensiero su “Oscar 2010 all’uomo dei palloncini”

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