Fotogramma de: "Il Principe d'Egitto"
Anniversari, Film d'animazione, Recensioni

Il Principe d’Egitto compie vent’anni

Una squadra di animatori forte di 350 artisti, 70 milioni di dollari per produrlo, 218 milioni di dollari incassati al botteghino. Un Oscar per la miglior canzone, conquistato grazie a: “When you believe” cantata da Whitney Huston e Mariah Carey.  Nel cast originale, che vanta stelle del cinema e di Broadway, figurano fra gli altri: Val Kilmer (Mosè e Dio) Ralph Finnes (Ramses II), Jeff Goldblum (Aronne), Michelle Pfeiffer (Zippora). Il film d’animazione della neonata Dreamworks, diretto da Brenda Chapman (prima donna a dirigere un film d’animazione con una così grossa produzione e di così grande successo) Simon Wells, e Steve Hickner, esce in Italia il 18/12/1998 (in contemporanea con gli USA), conquistando pubblico e critica. Questo, ma non solo, è Il Principe d’Egitto.

Lasciamo stare la trama

Per “festeggiare” i vent’anni de Il Principe d’Egitto non ci dilunghiamo sulla trama ma lasciamo spazio a cinque momenti chiave dell’opera.

Primo momento

Il primo momento è proprio all’inizio della nostra storia. I novantacinque minuti di film, si aprono con una sequenza fatta di un canto praticamente ininterrotto, una preghiera degli ebrei schiavi in Egitto, perché Dio li ascolti, li liberi e li conduca nella Terra Promessa. Una sequenza resa potente, grazie ad una ben calibrata commistione fra l’invocazione corale degli schiavi al lavoro e la preghiera solitaria, quasi un controcanto, di Jocheved – madre di Aronne, Miriam e del piccolo Mosè – al fiume Nilo, perché porti in salvo il suo figlio più piccolo, dai soldati egiziani che stanno trucidando i neonati degli ebrei per tenerne sotto controllo il numero ed evitare rivolte.

Secondo momento

La seconda scena è quella del sogno di Mosè. Dopo aver scoperto le sue vere origini, ed aver espresso le sue sicurezze ed inquietudini fra sé e sé, il principe d’Egitto, esausto, si addormenta e sogna il massacro dei neonati al quale lui riuscì a sopravvivere. Nel sogno, Mosè segue i soldati egiziani marciare verso il quartiere ebraico, strappare dalle loro famiglie i bambini e darli in pasto ai coccodrilli. La scena, sostenuta da una musica cupa e carica di pathos, è realizzata animando le pitture murali del palazzo del faraone; il tutto senza mai abbandonare la bidimensionalità dei muri del palazzo.

Terzo momento

Con la terza, l’incontro di Mosè con Dio nel roveto ardente. Siamo al momento centrale, la svolta definitiva nella vita di Mosè. Il bello di questa scena non va ricercato solamente nella sua potenza visiva e carica di mistero, cui veniamo introdotti gradualmente ancora prima di vedere il roveto, dalla musica, ma nel fatto che Mosè e Dio abbiano la stessa voce. L’idea dell’ingegnere del suono Lon Bender, per mostrare l’armonia fra Dio e Mosè, risulta particolarmente apprezzabile se pensiamo anche al fatto che Mosè parli al faraone ripetendo esattamente ciò che Dio gli ha suggerito. Dio parla con la voce di Mosè perché sia la sua voce presso il faraone.

Quarto momento

Il quarto momento, lo identifichiamo con la lunga sequenza delle piaghe. La particolarità di questa sequenza è il fatto che otto delle dieci piaghe, siano mostrate durante il tempo di una canzone – Le piaghe, poco più di due minuti e mezzo di brano – e che le altre due, rispettivamente il Nilo di sangue e la morte dei primogeniti, si trovano ad inizio e alla fine di questa lunga sequenza.

La prima piaga dà inizio al climax ascendente che viene caricato ulteriormente dalle voci del coro con cui si apre la canzone, e si innalza sempre più, in una corsa continua fino alla fine della canzone, per poi arrestarsi quando si va a nero. L’ultima piaga chiude la sequenza in un silenzio pesante. La morte dei primogeniti è una delle scene più crude dell’intera pellicola. La mano, del bambino egiziano appena morto, che vediamo uscire dalla porta di casa, è l’emblema di tutta la scena.

Quinto momento

L’ultimo momento de Il Principe d’Egitto che prendiamo in considerazione è il passaggio degli ebrei nel Mar Rosso. Qui, l’Industrial Light and Magic di George Lucas, si esalta più che in tutto il resto del film, anche grazie all’aiuto della colonna sonora che accompagna il tutto con la potenza degli strumenti a fiato, realizzando il momento della divisione delle acque del Mar Rosso, per permettere agli ebrei di salvarsi dagli egiziani che li stavano inseguendo. Tutta la scena è concentrata in davvero pochi minuti, quasi a voler rimarcare il pericolo incombente. Il climax continua a salire, fino all’annegamento di tutti gli egiziani nel Mar Rosso, quando le sue acque, dopo che gli Ebrei sono arrivati al sicuro dall’altra parte del mare, si richiudono sull’esercito inseguitore. Solo allora, come le acque, tutto si calma, la musica si “distende”, e gli Ebrei possono intonare un canto di lode.

Fotogramma de Il principe d'Egitto © 1998 Brenda Chapman/Simon Wells(Steve Hickner/DreamWorks Animation
Fotogramma de: Il principe d’Egitto © 1998 Brenda Chapman/Simon Wells(Steve Hickner/DreamWorks Animation

Il conto

Con questa ultima scena, abbiamo terminato il nostro focus su: Il Principe d’Egitto. Vi aspetto qui, Sabato con l’ultimo appuntamento di “Quattro passi verso il Natale“.

Ciao e al prossimo caffè,

Il Barista Animato

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