Dopo aver visto Soul, eccovi le mie impressioni senza spoiler.
Un velo di trama
New York, giorni nostri. Joe Gardner (Jamie Foxx/Neri Marcorè), pianista jazz e insoddisfatto professore di musica in una scuola media, ha finalmente l’occasione di fare il tanto agognato salto di qualità e diventare pianista fisso per il quartetto jazz della famosa sassofonista Dorothea Williams. Decide così, malgrado le insistenti pressioni della madre Libba, di non accettare subito il contratto indeterminato propostogli dalla scuola e di buttarsi a capofitto in quella che per lui, è la sola ragione di vita. Si reca, quindi all’appuntamento e stupisce la Williams che lo ammette nel gruppo e gli dà appuntamento la sera stessa per il concerto. Uscito dal locale e travolto dall’entusiasmo, il nostro pianista non si accorge di un tombino scoperchiato e ci cade dentro finendo in coma. Questo è, grossomodo, l’antefatto di questa storia, mostrato già dal trailer.
Un focus “innocente”
Soul di Pete Docter è senza dubbio un film con un tema complicato da affrontare. Come parlare infatti di anima, senza entrare troppo in questioni metafisiche ma riuscendo comunque ad intrattenere ed essere convincenti? Dando vita all’Antemondo, il luogo dove le anime si sviluppano in attesa di trovare quella Scintilla che permetterà loro di scendere sulla Terra: il film ha ora risolto il punto forse più complicato, per chiunque voglia vederlo e tutto quello che ci sarà raccontato da qui in poi sulla “vita” delle anime, avrà una pregevole coerenza di fondo.
La storia di Joe può quindi svilupparsi assieme a quella dell’anima che lo accompagna in questo viaggio: la cinica anima 22 (Tina Fey/Paola Cortellesi). Ciò che aspetta loro sarà una (ri)scoperta della vita, di cosa voglia dire vivere veramente: ci sono messaggi, in questo ultimo film Pixar che potrebbero scadere nel banale o nello smielato se gestiti male, ma è tutto così ben curato da non accadere e l’ormai trentacinquenne casa di produzione californiana, torna nuovamente ad alzare l’asticella.

Quando infatti mi trovo a parlare di un film Pixar, rimango sempre più impressionato dall’alta classe dell’opera che mi si para davanti e questo nuovo film non fa eccezione. Il racconto è ben sviluppato, scorre bene e non se ne percepisce la durata, tutto ciò che accade ha una coerenza, un senso di fondo che, alle volte, la stessa Walt Disney Productions perde per strada.
Il lavoro del comparto tecnico/artistico in questo film è semplicemente encomiabile: tutti i luoghi, gli strumenti musicali, l’oggettistica varia sono ricreati così fedelmente da sembrare ripresi dal vivo. Ciò che infine impreziosisce il tutto sono le composizioni di Trent Reznor, Atticus Ross e Jon Baptiste (quest’ultimo si è occupato dei temi jazz) per la colonna sonora; un riuscito mix fra jazz e musica ambient, per rendere anche musicalmente palpabile, la differenza fra i due mondi del film: la Terra e l’Antemondo.
Il conto
Questo è quello che vi posso dire fino adesso al riguardo (per gli spoiler, voleste le mie totali impressioni, dovrete attendere lunedì); spiace e spiace davvero molto, che molti non possano ancora godersi Soul perché senza Disney+, la speranza è che possa tornare al cinema, legalmente disponibile per chiunque voglia vederlo. Chi invece fosse iscritto alla piattaforma e non avesse ancora guardato questa piccola perla, si fidi e corra al più presto a vederla perché è tempo ben speso.
Ciao e al prossimo caffè,
Il Barista Animato
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