Wolfwalkers - Il popolo dei lupi © 2020 Tomm Moore/Cartoon Saloon/Melusine Productions
Film d'animazione, Oscar miglior film animato, Recensioni

Wolfwalkers – Il popolo dei lupi. Opinioni al Café.

Ultima brillante fatica di Cartoon Saloon e del regista Tomm Moore: Wolfwalkers – Il popolo dei lupi ci porta in una Irlanda fra storia e leggenda.

La trama

Nel 1650, l’Irlanda è sotto il dominio inglese ed è ancora popolata da molti branchi di lupi. A Kilkenny, il governatore Lord Protector incarica il cacciatore inglese Bill Goodfellowe di mettere fine a questa minaccia sterminandoli o trovando il modo di allontanarli dalla vicina foresta in cui risiedono.

Il cacciatore ha un’unica figlia, Robyn che, nonostante i continui rimproveri del padre, fa di tutto per seguirlo armata della sua balestra e accompagnata dal suo falco Merlyn.

Mebh e la madre ancora addormentata. Fotogramma da: Wolfwalkers - Il popolo dei lupi © 2020 Tomm Moore/Cartoon Saloon/Melusine Productions
Mebh e la madre ancora addormentata. Fotogramma da: Wolfwalkers – Il popolo dei lupi © 2020 Tomm Moore/Cartoon Saloon/Melusine Productions

Un giorno, seguendo il padre in una delle sue battute, si imbatte in alcuni lupi e, tentando di ucciderne uno, ferisce ad un’ala il suo falco. Dalla foresta esce una ragazza dai capelli rossi che prende Merlyn con sé portandolo nella foresta seguita docilmente dai lupi. Giunto sul posto Lord Protector, intima a Bill di portare la figlia a lavorare nelle retrocucine della città e dà al cacciatore un ultimatum di due giorni per risolvere la questione con i lupi.

Durante la notte Robyn torna nella foresta alla ricerca del suo falco ma, cade in una delle trappole del padre; a liberarla è un lupo che però, senza volerlo, la morde al braccio. Finalmente libera, la ragazza è guidata dal lupo e dal falco – misteriosamente tornato a volare – in una grande caverna dove dormono molti altri lupi e, al centro della tana, una donna dai capelli rossi con in grembo una bambina dai capelli dello stesso colore: all’addormentarsi del lupo si risveglia la bambina. Mebh Og McTire è una Wolfwalker, come la madre che sta ancora dormendo al centro della tana: quando un Wolfwalker dorme, la sua anima abita il corpo di un lupo. Mebh cura la ferita di Robyn e la ragazza può fare così ritorno a casa assieme a Merlyn non prima che le due siano diventate amiche.

Robyn e Mebh Mebh. Fotogramma da: Wolfwalkers - Il popolo dei lupi © 2020 Tomm Moore/Cartoon Saloon/Melusine Productions
Robyn e Mebh Mebh. Fotogramma da: Wolfwalkers – Il popolo dei lupi © 2020 Tomm Moore/Cartoon Saloon/Melusine Productions

A casa, Robyn prova a convincere il padre che nella foresta vivono i Wolfwalker ma, ogni tentativo è vanificato da Bill che la costringe ad andare a dormire ricordandole l’impegno del giorno dopo. L’indomani, Bill porta la figlia alle retrocucine per il suo primo giorno di lavoro. Nel corso della giornata Robyn si sente chiamare e scopre che la voce proviene da una gabbia nascosta da un telo negli alloggi del governatore. Non fa in tempo a scoprire cosa si celi dietro le sbarre che viene scoperta e richiamata ai suoi doveri.

Nella notte, mentre dorme nel suo letto, si “sveglia” nel corpo di un lupo: è diventata una Wolfwalker. Dallo spavento sveglia il padre che, credendola un lupo pronto ad aggredire la figlia addormentata, tenta di ucciderla.
Robyn si rifugia così nella foresta imparando da Mebh a vivere da lupo e, cosa più importante, decide di aiutarla a ritrovare sua madre e risolvere pacificamente quella che ormai sembra essere una battaglia annunciata… come per altro tiene a farvi sapere il fin troppo esaustivo trailer (non vi ho rivelato più di tanto).

Dentro Wolfwalkers – Il popolo dei lupi e oltre

Wolfwalkers – Il popolo dei lupi è davvero un film ben fatto, godibile e di notevole pregio artistico. I protagonisti della storia diretta da Moore, si muovono in ambienti che si alternano fra acquerelli e arazzi (da notare l’uso della prospettiva in certi momenti), fra una coloratissima e lussureggiante foresta e una più grigia e geometrica, città (ma non cupa).
La regia è ben curata come le animazioni e le diverse soggettive dei Wolfwalkers sembrano disegnate con i colori a cera. La psicologia dei personaggi è ben delineata e le storie di ciascuno di essi sono portate avanti con la giusta attenzione fino alle diverse conclusioni, forse solo quella di Lord Protector è la più “scontata” ma la figura di un cattivo così è “rassicurante” in una storia simile e si può benissimo accettare.

Ciò che però dà una sostanziale marcia in più alla storia è il personaggio di Mebh; sia per il modo in cui è disegnata, sia per la sua psicologia. Tutti i personaggi sono ben descritti ma Mebh Og McTire ha le sfaccettature meglio rese fra tutti, anche rispetto a Robyn (che ha comunque una vera e propria storia di crescita e maturazione personale e cambio di punto di vista nell’intero arco narrativo).

Il conto

Concludendo; se non avete ancora visto il film è il momento di andare a recuperarlo. per perdersi fra i molteplici colori dell’Irlanda dello studio Cartoon Saloon.

Ciao e al prossimo caffè,

Il Barista Animato

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