Manca poco più di un mese alla cerimonia degli Oscar e il primo film che ho deciso di rivedere prima di Encanto, I Mitchell contro le macchine, Raya e l’ultimo drago e Flee, mi sono riguardato per bene Luca ed ecco qui dei pensieri sparsi che non hanno alcuna pretesa di essere la recensione che non feci all’uscita del film, e che vi propongo ora nella speranza che questo film si prenda un Oscar che, secondo me può essergli portato via (senza scandalo) solo da I Mitchell.

Oltre la trama
La storia di Luca la conosciamo ormai tutti; quindi concentriamoci solo sulle impressioni del film.
Enrico Casarosa ci porta nella sua Liguria, una Liguria degli anni 60, in un’Italia di ricordi, al limite della fantasia ma che ha in sé dei picchi di umanità che la rendono comunque reale, vera. Sono veri i luoghi, sono reali le canzoni del periodo ed è bello vedere che Casarosa, ha mostrato al mondo come si fa una vera pasta col pesto.

Il racconto è ben calibrato e aleggia su tutta la storia un senso di continuo cambiamento; Luca è si una storia che si basa sui ricordi, anche idealizzati, del regista e si ispira una leggenda di parte del nostro meridione ma è anche e soprattutto un racconto sul dover crescere e sul compiere determinate scelte. È un film molto maturo che lascia spazio alla dimensione fantastica che però non anestetizza il reale che è molto presente, una realtà vista con gli occhi di tre ragazzini che a modo loro si confrontano con una vita che inesorabilmente cambia: è uno Stand by me – Ricordo di una Estate, molto edulcorato e rivisitato, ma i temi principali ci sono praticamente tutti e la storia regge grazie ad un buon ritmo e a momenti divertenti con tempi comici calibrati.
La cura nei personaggi di: Luca

Per quanto riguarda i personaggi, la cura che è stata messa nel tratteggiare quelli principali è davvero certosina e tutti, ma proprio tutti i personaggi dai tre protagonisti ai più piccoli comprimari, sono presentati al meglio e ciò che è mancato a Raya e l’ultimo drago – uscito lo stesso anno – è stato proprio questo (secondo me uno dei motivi per cui è sì un bel film ma nulla di più): la cura della protagonista è stata sacrificata in forza di comprimari molto più a tutto tondo (per non parlare della bellezza delle ambientazioni).
La banda degli sfigati prende fin da subito, sia a livello di singoli sia come squadra e i rapporti che intercorrono fra tutti e tre sono quanto più realistici possibile; sono tutti giovanissimi coetanei alle prese, in diverso modo, con qualcosa di poco conosciuto. Sono davvero teneri, ad esempio, i momenti di “scuola” fra Luca e Giulia che gli fa da insegnante e mentore (cosa che accade specularmente nel corto disponibile su Disney+ Ciao, Alberto fra il padre di Giulia e Alberto).
Il conto
Il film di Enrico Casarosa, concludendo, si fregia di una storia semplice ma ben raccontata, con scenari creati con minuzia di particolari, personaggi ben realizzati e a cui ci si affeziona in fretta (il gatto Machiavelli offre scene memorabili) e una colonna sonora con canzoni che hanno fatto la storia della nostra canzone e tutt’ora canticchiamo. Non ci resta che attendere il 27 Marzo (per noi la notte tra il 27 e il 28) per scoprire se Luca riuscirà a spuntarla o dovrà lasciare la statuetta ad un altro fra gli agguerriti rivali; I Mitchell contro le macchine preferibilmente.
Ciao e al prossimo caffè,
Il Barista Animato
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1 pensiero su “Pensieri sparsi su Luca.”