Ōsama Ranking è una serie che merita tutte le lodi che si sta prendendo e vogliamo contribuire a questo giusto profluvio di applausi.
La trama

La storia di Ōsama Ranking segue le avventure del principe Bojji, erede al trono del gigante Re Bosse, che però non sembra adatto ad essere il re di quel regno che il padre, tempo prima, ha edificato apparentemente con le sue sole forze; il principe ereditario è un bambino minuscolo, debole e in aggiunta a questa serie intoppi si aggiunge un handicap ulteriore. Bojji è sordomuto e praticamente nessuno nel regno riesce a prenderlo sul serio e sono davvero pochissimi coloro che riescono a capirlo veramente, l’unico che sembra riuscirci davvero è Kage, un’Ombra del prima amato e poi perseguitato Clan delle Ombre, un gruppo di letali sicari ormai distrutto. Kage, dopo aver approfittato dell’enorme bontà, mista ad una cospicua dose di bonarietà e ingenuità del giovane principe, ne diventa amico, guardia del corpo e consigliere fidato: questa storia parla anche di lui.
Bojji ha anche un fratello più giovane, Daida: il principe cadetto è nato dalle seconde nozze di Bosse con la regina Hiling dopo che la madre di Bojji era morta in terribili circostanze. Daida è ben più prestante di Bojji e ha sicuramente più carattere dell’erede al trono. Ōsama Ranking (a voi il trailer)parla in maniera curata anche di Daida e della madre, ma di molti, moltissimi altri personaggi fra i quali spicca Miranjo; una creatura femminile rinchiusa in uno specchio che parla e guida Daida ma che nasconde un tragico passato che condizionerà tutto ciò che vedrete.
La Graduatoria dei Re
Cos’è però, questa Graduatoria dei Re, di cui si parla nella storia e che da il titolo all’opera? Questa Graduatoria non è altro che una Classifica dei vari Re di questo mondo e colui che raggiunge la testa della classifica, “vince” un tesoro che va oltre ogni possibile immaginazione. All’inizio della nostra storia il primo in classifica è proprio il padre di Bojji e Daida, Re Bosse
Oltre la trama.
Della storia si è detto abbastanza, diamo ora un’occhiata più particolare al resto: Osama Ranking (qui la prima sigla) sembra una storia per bambini: i disegni, le animazioni, perfino il ritmo del racconto sembra essere adatto alla più tenera età ma no, non è così. La serie di Ōsama Ranking (a voi il la bellissima seconda opening) può sicuramente essere guardata da un bambino (almeno da quei bambini i cui genitori siano sopravvissuti alla morte della mamma di Bambi) ma avrebbe enormi difficoltà a capire tutto, proprio come accade a Bojji: ed è questo ciò che ha catturato il vostro Barista fin dall’inizio.
Come se si parlasse a dei bambini
Per quanto la storia parli anche di adulti e di temi molto pesanti e importanti, lo fa come se l’ipotetico narratore avesse davanti Bojji o un suo coetaneo e non è un caso che la stragrande maggioranza dei concetti più importanti e belli siano esposti a Bojji e a Daida, ma anche da Bojji stesso (soprattutto con le azioni) e da Daida.
Saranno Bojji e Daida a compiere gli atti più eroici di questa prima stagione e che per altro, potrebbero essere il degno La alla seconda (ma il Barista non legge il manga quindi può sbagliare e di grosso). Questa prima stagione (ma confido nel poter allargare il concetto alla serie in toto) è uno dei migliori lavori seriali animati che mi sia mai capitato di vedere ed è inutile sottolineare quanti ne abbia visti fino da ora; personalmente è già un capolavoro.

Lo stile di Ōsama Ranking
Di Ōsama Ranking sono ammirevoli la coerenza stilistica e il globale ritmo della storia: è una corsa lenta e in ogni episodio sono lanciati spunti importanti e piccoli, grandi colpi di scena che non accelerano la narrazione ma permettono alla storia di proseguire al meglio e tenere alta la tensione per l’episodio successivo e anche per la prossima stagione (ci hanno lasciato con dei puntini di sospensione non indifferenti su una certa questione, e chi ha visto questa stagione credo sappia a cosa si allude).
Non tutti gli episodi sono memorabili, alcuni girano un po’ su loro stessi ma la brillantezza dell’intera stagione non ne esce minimamente intaccata perché ciò che spicca riesce a sopperire a queste defiance: ciò che emerge è il messaggio di fondo di quest’opera. Credo ve ne possano essere molteplici ed ognuno può riuscire a trovare il proprio, guardando lo svolgersi della storia.
Il mio: Ōsama Ranking
Questo anime, basato sul manga di Sosuke Toka, è stato un cammino di liberazione dal mero Dovere ad un più sincero Volere; questo lo si può vedere chiaramente in Bojji e Daida, in un certo qual modo nella stessa Miranjo ma in molti altri personaggi (per non dire quasi tutti).
Un percorso non sempre facile, complicato da numerosi ostacoli che permettono inoltre, di veicolare un altro messaggio davvero potente e che arriva oramai alla fine di questa prima stagione, messaggio forse espresso in maniera troppo brusca ma anche qui si parla di sottigliezze. Ciò di cui stiamo parlando, e questo è davvero UN GROSSO SPOILER è il perdono; giunti ormai alla fine di questa prima parte della storia ecco che entra in gioco anche questo aspetto e lo fa in modo, ripeto, forse troppo brusco ma ribalta tutto uno schema cui quel mondo è abituato FINE GROSSO SPOILER. È un salto gigantesco, sicuramente essenziale per il proseguo di questa opera.
Il conto
Torniamo ancora un po’ sull’aspetto tecnico-artistico. Se queste molte righe riusciranno a convincervi a cominciare questo anime, non “scoraggiatevi” guardando i disegni e le animazioni. Se cercate, ad esempio, dei bei sederini come quello di Zeke ne L’Attacco dei Giganti, resterete delusi; disegni e animazioni sono semplici (non fatti male, si sottolinea), nemmeno troppo ricercati ma qui la centralità – si ribadisce – passa alla storia, ai continui ribaltamenti di campo e “preferenze” di personaggi cui lo spettatore e sottoposto, ai numerosi messaggi, per nulla banali che via via costellano gli episodi, a discorsi complessi su Immortalità e Invincibilità.
Insomma, Ōsama Ranking parla a tutti e cattura in ogni singolo episodio; bisogna solo dare il tempo alla storia di catturarvi. Non ci vorrà molto.
Ciao e al prossimo caffé,
Il Barista Animato
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