Cyberpunk: Edgerunners è una serie animata che prende le mosse dal videogioco Cyberpunk 2077 (a voi il link al sito ufficiale). La storia scritta da Rafal Jaki si ispira al videogioco sviluppato da CD Projekt RED nel 2020. Il luogo in cui si svolge la storia è lo stesso, la città di Night City, e le dinamiche su cui ruota la storia di Netflix non si discostano granché dal videogioco la serie di Jaki ha però il pregio tutto suo, di essere ben scritta, ben girata con una grande attenzione ai dettagli.
Cyberpunk: Edgerunners. Un cicchetto di trama
La storia di Cyberpunk: Edgerunners (a voi il trailer) si apre nella città di Night City nel 2076: David Martinez è un giovane e talentuoso studente della Accademia Arasaka. Dopo aver perso la madre Gloria in un incidente stradale, scopre che questa aveva tempo prima trafugato un impianto Sandevistan di livello militare. Con una vita completamente stravolta, David si fa impiantare il Sandevistan ed entra a fra parte di una banda di Edgerunners. Una nuova vita ha così inizio per il giovane; una vita da mercenario cyberpunk in cui morte, arresto o cyberpsicosi sono sempre dietro l’angolo.

Cyberpunk: Edgerunners…
Edgerunner è, letteralmente, un corridore di confine, del limite; ed è proprio quello che vediamo nei protagonisti di questa serie. In questo mondo cyberpunk, in cui tutta la popolazione ha impianti più o meno sofisticati, ci sono persone che hanno portato al limite le proprie modifiche cibernetiche e grazie a queste operano nell’illegalità di Night City, una città che porta all’estremo in questa finzione, molto di ciò che conosciamo in varie zone del nostro mondo reale. Un diritto alla salute che non è per tutti, un’istruzione eccessivamente privatizzata che invece di elevare (o provare) tutti i giovani studenti, ne lascia per forza di cose, indietro molti.
Visti i frangenti di cui sopra, si sviluppa una precarietà che Cyberpunk: Edgerunners coglie appieno senza alcun patetismo di sorta ma anzi, la spiattella in bella vista grazie alla gang di cui entra a far parte David e di cui diventerà il capo, nella breve seconda parte della stagione.
La nuova famiglia di David è un ricettacolo di sopravvissuti a loro stessi, che la serie dipinge con attenzione in ogni singolarità permettendo allo spettatore di avere le minime informazioni indispensabili per conoscerne tutti i membri.
… Fra suoni, colori ed emozioni
Questa attenzione ai personaggi è, più in grande, visibile nella cura messa in tutta la serie.
La storia scritta da Jaki e portata su schermo al meglio da Hiroyuki Imaishi, (che cura la regia di Cyberpunk: Edgerunners) è un susseguirsi di emozioni. Non vi sono veri e propri attimi di tregua ma solo momenti di “espirazione” che consentono di rigettare lo spettatore in un vortice di azione che aumenta via, via la propria velocità e potenza distruttiva anche grazie ad un montaggio serrato, caotico a tratti.

Ciò che esalta questa potenza, è sicuramente lo stile di disegno la cui forte linearità (le forme curve quasi si perdono) è acuita da colori molto accesi, saturi, acidi in certi casi. Il gioco di luci e ombre, chiari e scuri è ancora più duro, netto rispetto ad una fotografia che sceglie di “sfumare” gradualmente. Nella serie prodotta da Studio Trigger e da CD Projekt RED non c’è gradualità, non ci sono sfumature: per passare un determinato confine basta pochissimo e la fotografia lo sottolinea al meglio. Lo stesso fa la colonna sonora in un susseguirsi di musiche e canzoni concitate a momenti in cui si trova del tempo per rallentare con suoni più dolci; un bel lavoro di Akira Yamaoka.
Cyberpunk: Edgerunners è una discesa sempre più vorticosa e incontrollata nella violenza, nella follia e da cui è difficile uscirne se non grazie all’aiuto di qualcun altro. Per vedere gli esiti di questo discesa vorticosa e inarrestabile non resta che seguire David Martinez.
This fire is out of control
Franz Ferdinand, This Fire. Ritornello finale dalla Opening della serie.
I’m gonna burn this city, burn this city
This fire is out of control
I’m gonna burn this city, burn this city
This fire is out of control
I’m gonna burn this city, burn this city
This fire is out of control
I’m gonna burn it, I’ll burn it
I, I, I’ll burn it down
Il conto
In conclusione: Cyberpunk: Edgerunners è un’altra prodotto animato che prende le mosse da un videogioco e, come già accaduto per quel piccolo capolavoro di Arcane (di cui attendo speranzoso la seconda stagione), non è necessario aver giocato al prodotto videoludico di partenza, per potersi godere un bel lavoro.
Ciao e al prossimo caffè,
Il Barista Animato
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1 pensiero su “Cyberpunk: Edgerunners. Sul bordo della follia”