Il drago di mio padre © 2022 Nora Twomey/Netflix Animation/Mockingbird Pictures/Cartoon Saloon
Film d'animazione, Recensioni

Il drago di mio padre. Una favola per crescere.

L’undici Novembre è uscita su Netflix l’ultima fatica di Nora Twomey (produttrice del precedente Wolfwalkers – Il popolo dei lupi) prodotta da Cartoon Saloon: Il drago di mio padre. Una tenera favola che racconta abilmente speranze, sogni e paure con gli occhi di un bambino e di un giovane drago.

Un goccio di trama

Il piccolo Elmer e la madre, si trasferiscono dalla campagna ad una grande e grigia città sul mare. Il bambino fa molta fatica ad adattarsi alla nuova realtà e, dopo un litigio con la madre, scappa di casa e raggiunge il molo da dove, a dorso di balena, parte verso un’isola che sta piano, piano sprofondando. A tenerla a galla è solo un drago tenuto prigioniero.

Elmer, raggiunta l’isola, decide di liberare il drago, che si presenta al bambino come Boris. Assieme a lui si mette alla ricerca di Aratuah, una enorme e anziana tartaruga che dovrebbe riuscire a trovare una soluzione che possa accontentare tutti: sia gli animali abitanti dell’isola a non perdere le proprie case, sia Boris che ha protetto l’isola per cento anni e che ora desidera solo diventare un meta-drago, come accade da sempre ai draghi che hanno svolto il loro compito di protettori dell’isola

Fotogramma de: Il drago di mio padre © 2022 Nora Twomey/Netflix Animation/Mockingbird Pictures/Cartoon Saloon
Fotogramma de: Il drago di mio padre © 2022 Nora Twomey/Netflix Animation/Mockingbird Pictures/Cartoon Saloon

Le cose non sembrano essere così semplici perché l’Isola Selvaggia sta sprofondando sempre più velocemente, mentre Elmer e Boris sono inseguiti dal gorilla bianco Saiwa che vuole rimettere in catene il drago per poter fermare l’inabissamento.

Riusciranno Elmer e Boris a salvare l’isola con i suoi abitanti? Riuscirà Boris a diventare un meta-drago? Per scoprire la risposta a queste ed altre domande non resta che guardare Il drago di mio padre.

Il drago di mio padre. Pensieri sparsi

Quinta regia per l’irlandese Nora Twomey, che con Il drago di mio padre (basato sul romanzo omonimo di Ruth Stiles Gannet) parafrasa la classica avventura di un bambino alle prese con i piccoli grandi cambiamenti che avvengono intorno a lui e che difficilmente può capire. Ecco allora che con l’avventura in luoghi altri può affrontarli, gestirli, vincere le paure che questi pongono. È quello che accade ad Elmer e che Twomey & Co. rappresentano al meglio, grazie a disegni semplici, dotati di una certa morbidezza che permettono al pubblico cui è principalmente rivolto il film, di poter seguire la storia senza essere travolto da quei momenti di forte crisi e conflitto che sono presenti e che solo questi colori e disegni attutiscono ma senza annichilire la forza di certe azioni e che il film tiene giustamente a far vedere.

Un film davvero per tutti

Se il racconto è rivolto principalmente ad un pubblico infantile, l’arte che lo porta sullo schermo è apprezzabile da tutte le età. Le animazioni sono coinvolgenti, i personaggi sono ben caratterizzati, grande attenzione è riservata al gorilla bianco Siwa: un personaggio davvero interessante, probabilmente fra i più sfaccettati di questa storia.
Ci sono scene veramente divertenti come quella del primo incontro fra Boris e Elmer con un campo e controcampo bello serrato e altre ben curate, dotate di una pregevole qualità artistica. Altre ancora sono essenziale ponte fra un atto e l’altro; esempio principe è la scena di collegamento all’atto conclusivo che mostra la grande qualità di questo lavoro. Se amate le silhouette, apprezzerete sicuramente questa particolare scena che fotografia ed uso del colore dipingono al meglio.

Cinque righe scarse sulla colonna sonora

Ai fratelli Jeff e Mychael Danna il compito di guidare musicalmente il pubblico con la colonna sonora che offre, oltre ad un lavoro globalmente pregevole, alcuni brani significativi. Elmer and Boris at the summit, He thought you were his friend, I got scared too (che la segue) e la canzone Lift your wings sono solo alcuni dei brani più belli di questo lavoro (che conta 29 tracce) con un leit motiv che, come deve essere, non ti togli dalla testa.

Il conto

Il drago di mio padre è una storia che sa affrontare, senza renderli una banale passerella di cliché, temi importanti ed immortali, adattandoli ad un pubblico di giovanissimi ma senza aver intenzione di perdere chi ha già qualche anno di più. Davvero consigliato.

Ciao e al prossimo caffè,

Il Barista Animato

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1 pensiero su “Il drago di mio padre. Una favola per crescere.”

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