Oggi è il 4 Gennaio e quale miglior giorno se non questo per raccontarvi un po’ di Emile Cohl? Il papà dell’animazione nasceva oggi nell’ormai lontanissimo 1857 in quel di Parigi.
Prima di Fantasmagorie

Émile Eugène Jean Louis Courtet nasce a Montmartre nel 1857, parigino dagli svariati interessi, lavorò presso un gioielliere e come assistente di un illusionista. Durante il servizio militare diede prova di valente disegnatore dandosi alla ritrattistica di commilitoni e suoi superiori. Terminata il servizio di leva studiò con l’artista André Gill, cambiò il cognome in Cohl e poi si diede alla più diverse professioni: caricaturista per riviste, apprezzato commediografo e costruttore di giocattoli. Sicuramente una persona dalla vita frizzante ma il cinema, quando arriva?
Il primo incontro con la settima arte fu attorno ai cinquant’anni; era il 1907 e Cohl, assieme all’amico Robert Peguy (che poi diventerà un regista, attore e sceneggiatore di discreto successo), provarono a far fortuna portando in giro il cinema grazie ad una tenda e un proiettore ma la cosa si risolse con una sonora bancarotta.
A salvarlo da un futuro tutt’altro che roseo pensarono la sua tenacia, un avvenimento che è leggenda e la Gaumont: accortosi che la celebre azienda aveva plagiato alcuni suoi lavori, andò in sede per farsi risarcire e questa non solo diede ragione a Cohl ma lo assunse nel dipartimento effetti speciali. Emile Cohl era finalmente entrato nel mondo del cinema.
Fantasmagorie: la settima arte si anima
Arriviamo così al 1908 quando Emile Cohl dirige quello che da allora è considerato il primo film animato della storia: Fantasmagorie.
Il 17 Agosto al Theatre du Gymnase venne proiettato il film della durata di due minuti. Questi centoventi secondi (o poco più) rivoluzioneranno la settima arte animandola. Fantasmagorie infatti, fu un grande successo perché si staccava completamente dai numerosi tentativi di animazione precedenti.
Questo brevissimo film che non tendeva alla verosimiglianza con il reale, che faceva del morphing e del passo uno la sua punta di diamante e che, in ultima istanza, poneva il pubblico di fronte a ben due film d’animazione. grazie ad un sottile gioco di auto duplicazione (vedere il corto per capire) divenne il vero punto di non ritorno per l’animazione che inizierà ad essere vista come un’arte autonoma e separata dal cinema “dal vero”.
Dopo Fantasmagorie
All’uscita di Fantasmagorie Cohl, già abbastanza conosciuto negli ambienti letterari di Parigi, divenne ancor più famoso realizzando molti altri cortometraggi in patria e negli Stati Uniti, dove si trasferì nel 1912 in seguito all’assunzione alla Eclair. Tornato in Francia continuò a dedicarsi all’animazione sia di singoli corti sia di serie animate; la I Guerra Mondiale vanificò alcuni suoi progetti e dopo la guerra prima si dedicò a documentari (live action in questo caso), poi provò a riportare in auge un suo vecchio personaggio con un cortometraggio ma non ebbe il successo sperato, tanto che finì in miseria molto presto anche a causa degli enormi passi avanti dell’animazione, sia statunitense che europea, e terminò la sua vita in povertà in un ospizio di Orly nel 1938.
Il conto
Comincia così anche al Cartoons’ Café il percorso parallelo alla rubrica #animazione115, che comincerà ufficialmente su NoSignal Magazine in settimana e che partirà più liberamente, sempre in parallelo, su ChitChatToon. Su L’Occhio del cineasta film e serie potete già trovare il primo articolo su questo percorso speculare.
Una volta al mese, su queste quattro testate, un articolo sulla storia dell’animazione fino a fine anno. Seguite il sentiero dorato (cit.) di #animazione115 e… stay cartooned!
Ciao e al prossimo caffè,
Il Barista Animato
Fai una donazione una tantum
Fai una donazione mensilmente
Fai una donazione annualmente
Scegli un importo
In alternativa inserisci un importo personalizzato
Apprezziamo il tuo contributo.
Apprezziamo il tuo contributo.
Apprezziamo il tuo contributo.
Fai una donazioneDona mensilmenteDona annualmente
2 pensieri su “Emile Cohl: l’eletto padre dell’animazione”