Anniversari, Storia e tecniche dell'animazione

Raoul Servais. Un ricordo.

Raoul Servais è morto il 17 marzo a 94 anni: lo ricordiamo oggi, prima giornata del Festival di Cannes dove, nel 1979, vinse la Palma d’oro per il miglior cortometraggio.

Gli inizi

Raoul Servais nasce a Ostenda (Belgio) il 1° maggio del 1928. Figlio di un appassionato di cinema, studia belle arti a Gand per poi lavorare nello studio del pittore René Magritte nel 1953 con cui i rapporti non poterono dirsi facili nonostante la continua ammirazione per l’arte del pittore di Lessines.

Nel 1960 Servais diventa insegnante di belle arti a Gand e può permettersi così di dedicarsi all’animazione. Il 1963 è il debutto di Servais nel cinema che conta: De valse noot racconta di un musicista di strada che continua a sbagliare l’ultima nota delle sue esibizioni e non riesce, per questo, a guadagnare alcunché. Sarà un cavallo di legno di una giostra a donargli il piacere di suonare per se stesso.

Seguono altri corti che ben esplicano il suo impegno civile e la sua continua avversione al potere.

Raoul Servais e l’impegno civile

To speak or not to speak © 1970 Raoul Servais/Absolon Films/Pen-Film
Fotogramma di: To speak or not to speak © 1970 Raoul Servais/Absolon Films/Pen-Film

L’impegno civile del belga esplode nel 1971: con il suo Operation X–70 Servais denuncia la guerra e l’utilizzo delle armi ‘pulite’. Prosegue nel 1972 con il corto To Speak or not to Speak: il messaggio di fondo è un secco j’accuse a chi impone all’artista di seguire leggi predeterminate dal potere.

Svolta, consacrazione e successo

Fotogramma di: Pegasus © 1973 Raoul Servais/Pen Film
Fotogramma di: Pegasus © 1973 Raoul Servais/Pen Film

Nel 1974 con Pegasus Servais dà sfoggio alla sua abilità e conoscenza della storia dell’arte; in questo film, infatti, il contrasto fra nuovo mondo industriale e vecchio mondo agricolo è sottolineato dall’omaggio all’espressionismo fiammingo e al cinquecento di Bruegel il vecchio.
Nel 1979 Harpya arriva a Cannes e le sue atmosfere cupe e contrastanti in cui espressionismo e surrealismo fanno a gara valgono a Raoul Servais la Palma d’oro al miglior cortometraggio. In questo cortometraggio, Servais continua a infliggere le sue stilettate al potere e al dominio.

Fotogramma di Taxandria 1994 © Raoul Servais/Iblis Films/Bibo TV&Film/Les Productions Drussart/Prascino Pictures
Fotogramma di: Taxandria 1994 © Raoul Servais/Iblis Films/Bibo TV&Film/Les Productions Drussart/Prascino Pictures

Nel 1994 esce Taxandria, suo unico lungometraggio che vide lo schermo ben quattro anni dopo la fine ufficiale delle riprese (e dieci anni dopo l’inizio della produzione). Anche in questo film – in cui un regime totalitario ha reso illegale il tempo – Servais incalza il potere mettendolo alla berlina. Questo film non fu mai molto amato dal regista tanto da rivelare a Giannalberto Bendazzi (storico dell’animazione) di considerarlo: «Tutt’altro che un film di Servais».

Con Falene Raoul Servais entra definitivamente fra i grandi dell’animazione. Uscito nel 1998 Nachtvlinders (questo il titolo originale) è un trionfo dell’onirico fortemente influenzato dai quadri del pittore Paul Delvaux: l’atmosfera sognante è data dai colori che virano dal blu al porpora. Questo film è l’unico che Servais realizzò completamente tramite la sua peculiare tecnica, la Servaisgrafia (poco dopo abbandonata visto l’avvento dei computer che la resero obsoleta); Falene valse a Servais il Grand Prix e il premio della critica ad Annecy nel 1998.

Gli ultimi anni di Raoul Servais

Raoul Servais, negli ultimi vent’anni, sprofonda nel pessimismo come è evidente nel corto del 2001: Atraksion e continua in questo vortice in Winter Days un film corale del 2003 (cui prendono parte alcuni grandissimi dell’animazione come Yuri Norstein, Kihachiro Kawamoto, Aleksandr Petrov, Isao Takahata e molti altri) dove nel suo episodio si respira tutt’altro che un quieto vivere.

Fotogramma di: Atraksion © 2001 Raoul Servais/Anagram
Fotogramma di: Atraksion © 2001 Raoul Servais/Anagram

Gli ultimi suoi lavori riportano al centro il tema della guerra grazie a Tank (2016) e a The Tall Guy (2022) suo ultimo film diretto assieme a Rudy Pinceel.

Raoul Servais muore a Leffinge, in Belgio, il 17 marzo di quest’anno: durante la sua lunga carriera il cineasta belga ha vinto una sessantina di premi ed è stato oggetto di svariate retrospettive in tutto il mondo. Ci si augura che la cosa continui a perpetrarsi per poter continuare a far conoscere uno dei grandi dell’animazione mondiale.

Il conto

Conoscevate Raoul Servais? Se la riposta è negativa la mia speranza è avervi incuriosito abbastanza da andarvi a guardare i suoi corti per farvi un’idea della sua poetica e vedere se la sua arte vi aggrada.
Non perdete d’occhio il Cartoons’ Café e le altre pagine per cui scrivo: presto ne sentirete ancora parlare.

Ciao e al prossimo caffè,

Il Barista Animato

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