Con Spider-Man: Across the Spider-Verse (il trailer lasciava appena trasparire le meraviglie di questa storia) tornano sul grande schermo lo Spider-Man di Miles Morales, la Spider-Woman di Gwen Stacy e molte, moltissime altre Spider-Persone. “Il Multiverso è un concetto di cui sappiamo spaventosamente poco” asseriva Doctor Strange e dopo questo film, finalmente, possiamo dire di averne visto e conosciuto qualcosa in più.
Un cicchetto di trama
Dopo un anno e quattro mesi dalla conclusione degli eventi di: Spider-Man: Un nuovo universo Miles Morales continua a stento a tenere a galla la sua vita tra l’essere Spider-Man e l’essere un quindicenne come tutti gli altri in quel di Brooklyn.
A complicare ulteriormente le cose saranno La Macchia – un bizzarro cattivo che si definisce la nemesi del nostro giovane protagonista – e il ritorno su Terra 1610 di Gwen Stacy, la Spider-Woman di Terra-65 che finirà per introdurlo nel Multiverso e nella Spider -Society in cui militano centinaia di Spider-Persone.

Il mio: Spider-Man: Across the Spider-Verse
Avessi scritto immediatamente la recensione di questo film dopo averlo visto avrei finito per inserire Spider-Man: Across the Spider-Verse nell’Olimpo della storia del cinema e avrei, probabilmente, perso la totale credibilità nei confronti di chi si prende la briga di leggere quello che scrivo e posto qui e altrove. Dopo aver fatto decantare il tutto per qualche ora le cose stanno così: Spider-Man: Across the Spider-Verse è uno dei migliori film d’animazione degli ultimi cinque anni e il miglior cinecomic dai tempi di: Avengers: Infinity War e ora farò di tutto per essere chiaro e il più possibile conciso.
I personaggi…
Il lavoro sui personaggi in questo film è un piccolo saggio di bravura sul come basti davvero poco per costruirne di affascinanti senza bisogno di infarcirli di particolari. Poche ma essenziali sfumature ed ecco che Hobie Brown/Spider-Punk è pronto a portare l’anarchia ovunque, o basta guardare Pavitr Prabhakar (lo Spider-Man dell’India di Terra 50101): poche pennellate per una caratterizzazione perfetta. Così per i genitori di Miles e il papà di Gwen: forse i personaggi più “classici” ma non per questo meno banali.
Nota di merito particolare per La Macchia (Spot nella versione originale) che è uno dei migliori cattivi da qualche anno a questa parte: una costruzione certosina fa di un cattivo all’inizio ridicolo una enorme minaccia per tutto il Multiverso. Il suo potere è davvero bellissimo e il modo in cui è stato realizzato è di grande impatto perché si stacca completamente da tutto ciò che lo circonda e al contempo lo modifica per i suoi scopi.
… e le persone di Spider-Man: Across the Spider-Verse
Arriviamo alla conclusione di questo articolo con il doveroso e scrosciante applauso a tutte le persone che hanno dato vita a questo film che non definiamo capolavoro solo perché poi c’è chi si offende.
Kemp Powers, Joaquim Dos Santos e Justin K.Thompson fanno un lavoro praticamente perfetto alla regia con scene di movimento coinvolgenti ma che non distraggono, scontri davvero adrenalinici e i momenti più intimi o più carichi di tensione emotiva bilanciano al meglio quelli più vorticosi (in sparuti tratti eccessivamente caotici): le scene “genitori-figli” possono essere ben presi a esempio .
Altra nota di merito va agli sceneggiatori e agli animatori di questa perla: Phil Lord, Christopher Miller, David Callaham danno al trio di cui sopra un materiale di inattaccabile forza e bellezza una storia densa di contenuti e spunti che la squadra di animatori & Co. di Spider-Man: Across the Spider-Verse esalta in ogni singola inquadratura con scenari vari, particolari e cangianti (continuo a tirar fuori i momenti Gwen Stacy ma, fidatevi, sono folgoranti), le animazioni sono fluide e coinvolgenti, con stili che in più casi sono veramente e totalmente differenti anche all’interno di una singola scena. Tutte le varie Spider-Persone con le loro determinate caratteristiche non possono lasciare indifferenti e al pubblico non resta altra che lasciarsi condurre in questo racconto vorticoso carico di momenti clou verso un ‘semi-finale’ che anticipa grandi cose per il prossimo anno.
Dulcis in fundo: il grande lavoro di Daniel Pemberton che ancora una volta e ancora di più sostiene egregiamente ciò che vediamo grazie a una colonna sonora sempre precisa, sempre coinvolgente grazie anche alla sapiente riproposizione di temi dal film precedente.
Questo film ha veramente azzeccato tutto.

Il conto
Spider-Man: Across the Spider-Verse è il film d’animazione che mancava non solo nell’ambito dei Super eroi ma che mancava all’animazione contemporanea in generale (e dona man forte, per motivi diversi, al meraviglioso Pinocchio di Guillermo del Toro). È Spider-Man all’ennesima potenza e il mondo animato si esalta mostrandolo e mostrandosi in tutta la sua forza espressiva ed esplosiva: una vera opera d’arte.
Non mi sorprenderebbe vederlo citato nei libri di storia del settore in un prossimo futuro e mi accodo a quelle sparute voci nel web secondo le quali questo film avrà lo stesso impatto di Biancaneve e i sette nani
Le aspettative erano già alte dopo: Spider-Man – Un nuovo universo ora hanno raggiunto livelli siderali. Non ci resta che attendere Marzo 2024 e sperare di vederle confermate grazie a: Spider – Man: Beyond the Spider-Verse.
Ciao e al prossimo caffè,
Il Barista Animato
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