Elemental © 2023 Peter Sohn/Pixar Animation Studios/Walt Disney Pictures
Film d'animazione, Recensioni

Elemental. Pixar e la “comfort zone”

Uscito praticamente in sordina il 21 Giugno Elemental è l’ultima fatica Pixar Animation Studios. Il film diretto da Peter Sohn (regista de: Il viaggio di Arlo) è una storia (d’amore) semplice, con qualche spunto interessante su xenofobia, razzismo e conflitti familiari messi in inquadratura con il solito e rinnovato savoir faire delle maestranze di casa Pixar.

Cicchetto di trama

A Element City Ember Lumen, una ragazza della Terra del fuoco e Wade Ripple, un giovane d’acqua si innamorano. Le cose per loro non saranno ovviamente semplici ma faranno di tutto per fare funzionare la loro storia.

Il mio: Elemental

Dopo varie vicissitudini ho potuto godere anche io di Elemental e devo dire che nonostante rientri in un momento di ‘stanca’ da parte della Pixar (c’è poco dei fasti di WALL•E, Coco e Up) il film di Peter Sohn non è per niente un brutto film.

Fotogramma di: Elemental © 2023 Peter Sohn/Pixar Animation Studios/Walt Disney Pictures
Fotogramma di: Elemental © 2023 Peter Sohn/Pixar Animation Studios/Walt Disney Pictures

Un racconto per i più piccoli…

La storia è una storia d’amore piuttosto semplice e scorre altrettanto semplicemente lungo tutta l’ora e quaranta di racconto, i vari punti di svolta sono posizionati nei momenti più classici limitando, ma non elidendo, i colpi di scena che tengono in piedi la storia. Tutto l’impianto della storia in Elemental è realizzato perché, senza escludere un pubblico più maturo, trovi il proprio principale pubblico in quello infantile nel miglior senso del termine: ridono gli adulti e si possono commuovere nei momenti clou ma resta la sensazione che si sarebbe potuto osare di più. Il pubblico più giovane e particolarmente quello giovanissimo si troverà, personalmente, a proprio agio lungo l’intero l’arco del racconto perché tutta la storia è stata impostata in modo da essere perfettamente compresa in ogni sua parte fin dalla più tenera età.

… che possiamo apprezzare anche noi adulti

Cosa resta a noi adulti allora? Oltre ai messaggi positivi sul nostro contemporaneo (la xenofobia, le coppie “miste”, il rispetto dell’ambiente e il peso delle aspettative) il pubblico più maturo può bearsi del grande lavoro degli animatori su personaggi e ambiente, il lavoro fatto sui personaggi è encomiabile ed è particolarmente apprezzabile nei due protagonisti Ember e Wade dove i molteplici mutamenti delle loro sembianze permettono di cogliere il grande lavoro degli animatori. Per gli amanti della lavorazione del vetro sarà un vera gioia per gli occhi vedere la famiglia di Ember lavorare la materia vetrificandola, in molti casi.

Fotogramma di: Elemental © 2023 Peter Sohn/Pixar Animation Studios/Walt Disney Pictures
Fotogramma di: Elemental © 2023 Peter Sohn/Pixar Animation Studios/Walt Disney Pictures

Tutte le ambientazioni sono varie, particolareggiate e altamente coinvolgenti: la prima veduta su Element City (che riecheggia per certi aspetti quella di Zootropolis nel film omonimo) fa già capire il livello sempre più alto degli studi Pixar che fa ben sperare per un futuro sempre migliore. Futuro però che fa già i conti con una evidente comfort zone.

La comfort zone

Rispetto a film come WALL•E, Coco e Up la Pixar ha smesso di fare film densi di contenuto e che impegnassero realmente la visione dello spettatore: mettiamoci dentro il COVID, lo streaming, la stessa Disney ma, ultimamente, le storie Pixar sono molto più leggere rispetto a qualche tempo fa. Pochi contenuti (anche importanti) messi in scena in maniera molto molto semplice, a malapena sfumata, per una rapidissima introiezione. Il tutto risulta così adattissimo per un pubblico infantile (nella miglio accezione del termine) ma piuttosto telefonato per chi ha qualche anno in più sulle spalle visto che regia e montaggio sono quanto di più classico si possa vedere; quest’ultimo pubblico può però rifarsi grazie alle animazioni sempre ricercate e ad un’ottima colonna sonora firmata da Thomas Newman.

Vedremo cosa riserverà il futuro della Pixar nella speranza torni a puntare su scelte di scrittura più coraggiose senza rinunciare alla sua forza visiva.

La Disney non punta più sulla Pixar

Elemental, che ora ha riguadagnato posizioni al botteghino, non è partito nel migliore dei modi e non dovrebbe fare la triste fine del precedente Lightyear – La vera storia di Buzz. Personalmente la causa principale di questo iniziale flop al botteghino è da imputarsi principalmente alla Disney, coproduttrice del film.

Per l’ennesima volta un film Pixar finisce nel dimenticatoio del marketing; dopo averci subissato di pubblicità di ogni ordine e grado sul remake de La Sirenetta, lo spazio riservato a Elemental è stato praticamente nullo. Aggiungiamo il fatto che l’ultimo lavoro della Pixar non abbia proprio fatto scintille, la disaffezione pericolosa alle sale cinematografiche e un sostanziale storcere il naso verso la Disney in generale e il gioco è fatto. Un vero peccato perché questo film, al netto di ogni giudizio meritava più pubblicità.

Il conto

Si chiudono così i miei pensieri su Elemental un film realizzato per attecchire ad un pubblico principalmente infantile (nel senso buono del termine) ma che vuole ancora strizzare l’occhio ai più gradndi.

Rispondi